mercoledì 12 aprile 2017

Zecche di campagna

Dermacentor marginatus - © ms 2014
Dermacentor marginatus

Dermacentor marginatus - © ms 2014
Dermacentor marginatus
Nelle immagini a lato e sotto, l’inconfondibile posa della zecca, appostata a breve altezza dal terreno aspettando l’avvicinarsi di una preda: cane, gatto, pecora, ma va bene anche un uomo, purché si mangi!
Aborrita da tutti, la zecca è, al pari delle zanzare, un animale destinato alla soppressione a vista. I metodi di eliminazione non sono molti, trattandosi di un animale semplice e molto resistente: c’è chi le frantuma e chi le fiamma. Tra quelli che usano il secondo metodo, ci sono gli idioti che, pensando di sanare il prato, gli danno fuoco mandando arrosto parte dell’Isola.


Naturalmente esiste anche la prevenzione, sia per gli animali domestici che da allevamento. Per cani e gatti il prezzo di un antiparassitario varia dai 5 ai 20 euro, una modica spesa se al nostro amico ci teniamo davvero. Di certo chi aveva in custodia il cane nell’immagine sotto ne ignorava l’importanza, dato lo stato pietoso in cui si trovava e nel suo errabondare veniva a trovarci. Mossi da compassione, abbiamo speso noi i fatidici 5 euro, e pian piano le zecche tramortite cadevano a terra dandogli sollievo.

Dermacentor marginatus - © ms 2014La maggior parte degli antiparassitari, contrariamente a quel che si pensa, non uccide le zecche ma le repelle, ossia la preda non ha un buon sapore e la zecca se ne fugge. Va da sè che se non ha prede a cui succhiare sangue, si spera che prima o dopo muoia di fame, non avendo di che nutrirsi. Perciò la prevenzione è importante, per non far prolificare questo animaletto.
Rhipicephalus sanguineus - © ms 2014
Riphicephalus sanguineus

Curiosa come sono, delle zecche cadute dal cane dopo avergli messo il collare, ne raccolsi alcune di diversa grandezza chiudendole in un barattolo trasparente col coperchio ben chiuso. All'epoca non sapevo che il veleno del collare era solo un repellente, e nella mia ignoranza pensavo fossero moribonde. Intanto il barattolo era stato messo al sicuro in un cassetto, aspettando il momento buono per fotografe le zecche morte.
Un mese dopo, preparato tavolo, luce, pinzette e fotocamera, riesumo dal cassetto il barattolo a tenuta stagna (senza aria). Ohibò! Le zecche erano vive e vegete, aumentate di numero, e si trascinavano da una parte all’altra nel poco spazio. Ammetto che ho avuto una specie di mancamento, poiché non immaginavo fossero tanto resistenti, ma è stato per poco, e la risoluzione finale, quella adottata dai nazisti nella seconda guerra mondiale, è stata nuovamente e immediatamente perpetrata, e le fotografie che mi pregustavo di fare rimandate sine die.

Rhipicephalus sanguineus - © ms 2014
Gli esemplari di Rhipicephalus sanguineus caduti dal cane
La zecca, per quanto disgustosa, non è di per sè un animale letale, ma veicolare, cioè, quando è infetta, diventa un trasmettitore di malattie nell’ospite, che possono essere, in alcuni casi, mortali anche per l’uomo.

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