venerdì 24 gennaio 2014

Passatempi

© Procione - www.baducanu.eu

© Procione - www.baducanu.eu

Quando il tempo indulge con la pioggia, il vento e soprattutto il freddo, è bello dedicarsi a passatempi tranquilli vicino al focolare (leggasi: termosifone).
Questo simpatico Procione fa coppia con la Volpe appesa a cui ho dedicato un post.

domenica 12 gennaio 2014

Hygrocybe psittacina

© Stornelli - www.baducanu.eu
Stornelli a Baducanu

Se non era per l'umidità, quella di oggi sembrava più una giornata di primavera. Nel pomeriggio un grosso stormo di stornelli girava nel cielo in cerca di alberi carichi di olive.


© Hygrocybe psittacina - Foto Franco Faà - www.baducanu.eu
Hygrocybe psittacina

Di oggi la scoperta di un fungo verde, l'Hygrocybe psittacina, chiamato così perchè ricorda i colori splendenti dei pappagalli. E' possibile trovarlo in altre colorazioni: giallo, azzurro e rosa.


© Funghi - www.baducanu.eu

Un altro fungo molto strano, ancora sconosciuto.


© Clematis cirrhosa - www.baducanu.eu
Clematis cirrhosa

In questo pazzo inverno, un bocciolo di Clematis cirrhosa. Questa Clematide avrebbe dovuto sbocciare a febbraio, forse la causa è proprio la temperatura troppo alta. In compenso si nota l'assenza di piante e organismi che ero solita osservare tra dicembre e gennaio, come la Mucilago crustacea.

venerdì 3 gennaio 2014

La volpe appesa

© Vulpes vulpes - Foto Franco Faà - www.baducanu.eu
Un bel maschio di Vulpes vulpes a Baducanu.


Tempi di magra per i fotografi naturalisti (per dilettanti che siano), questi giorni alquanto uggiosi, se non fosse per le feste natalizie. Approfittando di una manciata di ferie, e nessun soggetto da fotografare se non quei guerriglieri pelosi che da sotto il letto si avventano sui piedi quando meno te lo aspetti, mi sono fatta la volpe.
Un desiderio di sempre, perché è innegabile che la volpe ha una bellissima pelliccia. Ma non è da me ucciderla per vanità, e a dirla tutta neanche per altri motivi se non fosse per una improbabile difesa (non è mai aggressiva).
E’ di pochi giorni fa la notizia riportata da un quotidiano locale, del ritrovamento in campagna d’una volpe uccisa e appesa sulla recinzione di un pascolo/ovile. Non è cosa straordinaria, anch’io ne ho viste uguali nelle passeggiate in campagna. Non straordinaria ma per fortuna non abituale. Resta comunque una barbarie, una usanza antica e orrenda. Nell’articolo del quotidiano vi sono anche i commenti. Alcuni in difesa del povero animale appeso, altri simpatizzanti con l’allevatore, spiegandone le ragioni. La più strabiliante è che, a causa della trichinellosi, la carcassa non poteva esser lasciata a terra dove potevano mangiarla altri animali con conseguente spargimento della terribile malattia, ragion per cui fu appesa. Vien subito da pensare: ma perché allora non portarla via, o sotterrarla? Perché perdere tempo ad appenderla? Un altro commentatore spiegava che la bestiola morta viene appesa a monito delle altre volpi, che sentendo l’odore della compagna morta, si tengono alla larga. Ed è proprio questa la ragione, dacché era la giustificazione che mi era stata data già altre volte da allevatori convinti della sua fondatezza. Ma, penso fra me e me, ad un animale affamato basta l’odore d’una carogna per fermarlo? Credo di no, come non basterebbe a noi. Troppe volte facciamo l’errore di sottovalutare i bisogni di sopravvivenza degli animali e la loro sensibilità.
© Sciarpa volpe - www.baducanu.eu
l'unica volpe appesa che mi piace vedere
Un conoscente di Sorso mi raccontò un fatto. Teneva delle galline nel cortile e una mattina due erano scomparse. Subodorato chi fosse il ladro, la sera si appostò col fucile e appena comparve la volpe, l’ammazzò. Qualche giorno dopo, vide un cucciolo fermo a un centinaio di metri, che guardava in direzione della casa, in silenzio. La mattina dopo il cucciolo era ancora lì, raggomitolato come un gattino, sempre fermo, sempre in silenzio. Né lui né la moglie ce la fecero più a sopportare la situazione, e pian piano, con circospezione, gli portarono una ciotola di cibo e dell’acqua. Era un cucciolo di volpe, forse figlio di quella uccisa. Andò avanti per un mese circa, il cucciolo fermo al suo posto, loro che gli portavano il cibo. Finché, cresciuto quanto bastava per essere indipendente, un giorno scomparve, con tanti saluti.
Un cucciolo fortunato. Ma quanti altri muoiono d’inedia, di fame, perché la madre è stata appesa ad una recinzione? I meglio informati dicono che la volpe non è specie minacciata da estinzione, anzi, sono molte nel nostro territorio e molto ladre. Sarà. Ma anche loro devono mangiare. E se i pollai non sono ben recintati, di chi la colpa? E’ come se in pasticceria lasciassero la porta aperta con tutti i dolci in bella vista: io ci entrerei e farei una bella scorpacciata!
E’ sbagliato anche incolpare sempre la volpe d’ogni ruberia. Come la volta che un allevatore mi raccontò che gli avevano rubato un abbacchio e certamente era stata la volpe. Uhm! Un abbacchio pesa circa sette chili, una volpe sarda adulta quando è molto grossa non arriva ai dieci chili. Forse, anzi più che probabile, “quella” volpe era sicuramente bipede.
Così come incolpano la volpe di trasmettere gravi malattie, e non i mangimi provenienti da chissà dove, o più probabili resti di carcasse che il bestiame trova nel pascolo. A volte, come letto in un quotidiano, carcasse infette buttate per colpire e danneggiare economicamente l’allevatore. La volpe, come tutti gli animali, ha il suo ruolo nell’ecosistema e se quest’ultimo è alterato, è solo colpa dell’animale uomo.

Tornando all’inizio, alle giornate uggiose passate accanto al tepore della stufa, rallegrati dalla presenza degli amici-mici, con lana e uncinetto a disposizione, ecco che l’ambita pelliccia prende forma. Calda, ecologica, simpatica, in difesa della volpe e di tutti gli animali uccisi per vanità o per barbare usanze.

© Scarf fox - www.baducanu.eu
Volpe in pura lana. Che si vuole di più?