Apochima flabellaria

Apochima flabellaria

A distanza di un anno, con l'entrata dell'inverno e il sostizio, si è rivista la bizzarra Apochima flabellaria.

Flora in agguato

Come si vede dalla foto, Flora stava meditando un attacco ai miei soggetti fotografici.....
 

Sylvia melanocephala, l'Occhiocotto.

... mentre qualcuno, in alto, ci osservava: l'Occhiocotto che, a quanto pare, non teme più tanto la nostra presenza.

Scie aeree

Scie aeree nel cielo di Baducanu.

Particolare della scia aerea.

Interessanti le scie aeree presenti oggi sopra Baducanu, sembravano merletti all'uncinetto.
Si tratterà di semplice condensa  di vapore acqueo, o di geoingegneria?
Nel dubbio, godiamoci il tramonto.

Funghi

Amanita

Ogni anno, a novembre, cresce questa bella Amanita sotto l'olivastro.

Cortinarius hinnuleus

E' nata anche una bella famigliola di Cortinarius, prontamente aggiunta al sito.

Parelio

Il Parelio sopra Baducanu

Venerdì 13 dicembre su Baducanu è apparso il Parelio, il fenomeno ottico atmosferico prodotto dai raggi solari. Non si tratta di un fenomeno raro ma certo meno frequente dell'arcobaleno.

Insetto stecco

Anche questa foto è inconsueta. Non mi sarei mai aspettata di trovare un  insetto stecco appeso alle foglie di una quercia il 15 dicembre.

Questi funghetti, mah!, sono graziosissimi. Peccato non saperne il nome.

Madre Natura

Argiope bruennichi

Il 10 dicembre era ancora viva una delle tantissime (ne ho contate almeno sessanta) Argiope bruennichi che quest'anno hanno trascorso la loro breve vita nella nostra campagna, aiutandoci nella lotta agli insetti molesti. Questa nella foto è stremata dal freddo e dalla vecchiaia, e non è riuscita, poveraccia, a terminare il suo ovisacco, che è rimasto incompiuto, aperto. Mi piacerebbe che, dopo un po' di riposo, riuscisse a finirlo. Ma dall'aspetto è così esausta e consumata, che purtroppo non riuscirà nel suo intento di creare nuova vita.

L'ovisacco dell'Argiope.

L'Occhiocotto

Sylvia melanocephala

Ed ecco una curiosa immagine dell'Occhiocotto, il cui nome ufficiale è Sylvia melanocephala, un piccolo uccelletto che viene spesso scambiato con la Cincia.

Nell'immagine, per chi riesce a trovarlo, si vede proprio l'occhio, cerchiato di rosso, tipico di questo passeriforme.

Il sereno dopo la tempesta

Harmonia axyridis

Oggi c'era l'invasione delle coccinelle

Segundo

Segundo si scaldava il rosso pelo al sole, e dall'espressione pareva contento.

Tramonto a Baducanu

Finalmente, dopo giorni, un tramonto sereno su Baducanu.

Giornata arruffata

 Il vento scompigliava le chiome delle querce

creando fantasiosi effetti di luce e acqua, con la pioggia che cadeva obliqua, muovendosi da destra verso sinistra.

 Ad un certo punto è spuntato più volte l'arcobaleno

ma non è bastato a pacificare le cornacchie, quando, ormai al tramonto, si sono arrischiate al volo.

Dicembre

Corvus monedula

Questo fine settimana c'era il passaggio del ciclone Nettuno. A me è parso piuttosto il passaggio di Eolo, tanto per rimanere nella mitologia. I piccoli corvi volavano scomposti, tanto forti erano, a tratti, le folate di vento.

Xerocomus subtomentosus, il Boletus lanatus

Pochi i funghi. Questi nelle immagini sono due Xerocomus subtomentosus, conosciuti più col nome di Boletus lanatus. Non sono un gran che... tanto vale lasciarli nel terreno.

Xerocomus subtomentosus, il Boletus lanatus

Pantofuledda

Una breve visita dei Pantofuleddus

Segundo, tanto per sentirsi utile ha raccolto qualche cicoria.

Euonymus europaeus

A staccare il grigiore dicembrino, i frutti colorati dell'Euonymus europaeus.

Il ciclone Cleopatra

Il ciclone Cleopatra su Baduganu, 18 novembre 2013

Ieri sera è iniziato il passaggio del ciclone Cleopatra sulla Sardegna. I danni si stanno ancora contando, e purtroppo ci sono anche vittime. Già il nome assegnatogli non faceva presagire nulla di buono, ed infatti si è rivelato potente quanto lo fu l’antica sovrana d’Egitto. Non ha risparmiato Baduganu, riversando sulla campagna bufere di pioggia e venti di burrasca. La linea elettrica è saltata, e addio alle scorte in congelatore. In una breve tregua, e poco prima che si scatenasse l’ennesima bufera, ho ritratto i nuvoloni carichi di pioggia. 

Le nuvole di Cleopatra

L'impeccabile Segundo.

Il piccolo Gustavo, zuppo di pioggia che si poteva strizzare, era alla sua prima tempesta ed era molto impaurito. Solo il ritorno di Flora lo ha calmato, ridandogli la sicurezza di non essere solo in tutto quel baillamme di vento, pioggia e fulmini.

Segundo, mah!, imperturbabile come al solito.

Non un pelo bagnato, non un baffo fuoriposto.

Chissà dov’era.

Mi ha ricordato un fatto di tanti anni fa. Una notte ci fu una forte scossa di terremoto e la gente si riversò in strada così come poteva essere conciata alle due di notte. Chi in mutande, chi senza, chi in pigiama, chi in vestaglia e chi era riuscito a indossare una giacca. Uno, però, si notava fra tutti, perché se ne era scappato di casa vestito di tutto punto: giacca doppio petto, cravattino a farfalla e scarpe di vernice. Un suo condomino giurò che quel tale prima della scossa era a casa, a letto. Sarà, certo era vestito in maniera inappuntabile, ma anche alquanto bizzarro, data la circostanza.

Dasineura hyperici e Ceroplastes rusci

Hypericum perforatum con galle di Dasineura hyperici

Era da un po' che tenevo d'occhio questa strana pianta, ripromettendomi di osservarla con più attenzione. Controllata questo fine settimana, si tratta di un'Hypericum perforatum, con tanti piccoli fruttini anomali.

Dasineura hyperici

I piccoli fruttini anomali sono in realtà galle. Aperta una secca, dentro non c'era nulla. Riprovato con una verde, dentro c'erano delle piccole larve. Una ricerca mi ha portato alle larve di un Dittero Cecidomyiidae: Dasineura hyperici. Dato le numerose galle presenti, è possibile che abbiano alterato la crescita della pianta.

Ceroplastes rusci

Per continuare con le stranezze di questo fine settimana, ecco un altro esempio di quanto la Natura sia prodiga di forme e colori. Questo nell'immagine è un Coccidae, Ceroplastes rusci, chiamato anche Cocciniglia del Fico. La pianta sotto attacco è però una Smilax aspera.

Flora all'attacco

Questo invece è un attacco felino al fotografo. Flora oggi era un tormento, non mi lasciava in pace un momento, che sentisse arrivare il vento di burrasca?

Novembre

Una Sphaerophoria sulla Reichardia picroides

Siamo arrivati a Novembre, e molti dei piccoli amici non ci sono più. Altri cercano un riparo in cui passare i mesi più freddi e c'è chi vola ancora in cerca di polline, come la Sphaerophoria (Dittero Syrphidae) sulla bella Reichardia.

Brachycerus albidentatus

Il Brachycerus si fa vedere in giro e a quanto pare è affamato

Il bruco della Acronicta psi

Nell'immagine sopra, un esempio di come non sempre la farfalla è più bella della larva. Questo, così colorato e strambo nell'aspetto, è un bruco di Acronicta psi, una falena della famiglia Noctuidae.

Erithacus rubecola

Ed è arrivato pure lui, il Pettirosso (Erithacus rubecola), ospite di Baducanu dall'Autunno alla Primavera. Chissà da dove arriva?

Gustavo

Il Pettirosso, uccello di carattere, e molto combattivo nonostante sia un piccoletto, non si fa certo intimorire dai gatti che cercano in tutti i modi di prenderlo, anche salendo sull'albero per poi cadere come una pera matura, come successo a Gustavo.

Tramonto

Tramonto a Baducanu

Un'insolito tramonto nel giorno del ritorno all'ora legale.
La fotografia non sarà perfetta, ma credo che i tramonti, a Baducanu non abbiano nulla da invidiare a quelli più esotici, che i turistifici propinano nei loro depliant patinati.

Chamaesyce prostrata e Polygonum aviculare

Chamaesyce prostrata

Polygonum aviculare

Due nuove erbe inserite nel sito: la Chamaesyce prostrata, una piccola Euphorbia che cresce spontanea nelle aiuole; e la Polygonum aviculare.

La Polygonum aviculare è una pianta polimorfica, per i diversi aspetti delle foglie, dei fiori, del portamento. In verità, l’avevo già individuata un anno fa senza inserirla nel sito finché non avessi più materiale, e l’aspetto diverso della pianta osservata questo anno, mi aveva tratto in inganno. Difatti i sinonimi con cui è conosciuta sono moltissimi, tanto che non ne ho citato nessuno nella scheda del sito, pena riempirla di soli nomi.

Spuntata sul finire dell’Estate negli spazi sterrati, d’un bel verde brillante che pian piano schiarisce, considerata infestate per l’agricoltura, per il suo portamento strisciante e tappezzate, davanti casa crea un bellissimo e soffice tappeto verde.

Entomobryidae

Collembola, Entomobryidae

Non finisce mai di stupirmi, la varietà di forme e colori dei nostri piccoli amici, e questi nelle immagini sono proprio piccolissimi (ca. 1,5 - 2 mm), appartenenti alla Famiglia Entomobryidae, Ordine Collembola.

Apparsi la prima volta circa due settimane fa, i poveracci erano stati scambiati per delle strane "pulci", tenuto conto delle visite dei vari felini dei dintorni.
Andando a fondo della questione di chi mai fossero, e scartate pulci et similia, ecco individuati i nostri Entomobryidae.

I Collembola, ricordiamolo, sono nostri amici, poiché si nutrono di sostanze organiche in decomposizione.

Collembola, Entomobryidae

Collembola, Entomobryidae

La dominante gialla

La dominante di questo inizio d'Autunno è certamente il giallo:

Foeniculum vulgare

Foeniculum vulgare

Argiope bruennichi

Dittrichia viscosa

Dittrichia viscosa

Dittrichia viscosa

Una Lycaenidae sulla Dittrichia viscosa

Crepis

Andryala integrifolia

Picris echioides

Chondrilla juncea

Verbascum pulverulentum

Nell'ultima immagine è fotografato uno dei tanti gatti che vengono "abbandonati" in campagna per limitare la prolificazione dei topi. Senza cure, senza cibo poiché devono procacciarselo da soli, vengono abbandonati al loro destino. Questa è una gatta, naturalmente non sterilizzata perché costa troppo, con 5 - 7 gattini al seguito, di due diverse cucciolate. Non sa come sfamare se stessa e i suoi piccoli e viene a "bussare" alla nostra porta per qualche avanzo, per pura compassione.

Una piaga, questa degli animali "abbandonati", che non ha fine. Ho scritto "abbandonati" tra virgolette, perché in realtà sono di qualcuno che ne parla pure come del "suo" gatto, come fosse una proprietà. Di cui però non curarsi, perché i gatti in campagna devono mangiare topi e lucertole. Intendendo per topi anche i ratti, benintenso.

Un modo di intendere la "proprietà" anacronistico e antiecologico. Nessuno si pone il problema di quanto, questi gatti, vivano. O dei danni all'ecosistema. O del disturbo al vicinato. "Si è sempre fatto così", ti rispondono. Come se pratiche antiquate e sbagliate per i nostri tempi dovessero andar bene per forza, contro qualsiasi buon senso.

Pieni di pulci, di zecche, di mosche cavalline che danno il tormento. Se femmine, sempre incinte ad aumentare la popolazione dei randagi. L'aspettativa di vita? Un gatto in casa può raggiungere i 20 anni, mediamente sono 15. Questi "randagi" di campagna arrivano a 3 - 4 anni. Sempre che non gli sparino una fucilata prima, come a Pedro, 3 anni, che voleva solamente sopravvivere.

Ma d'altronde, con tutto ciò che succede nel mondo, dobbiamo preoccuparci dei gatti? Se gli umani non sanno convivere fra loro, non si preoccupano minimamente dei consimili, figurarsi se può importare qualcosa dell'ecosistema e dei gatti randagi, di città o di campagna che siano.